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Cosa si cela dietro una tazzina da caffè? Un mondo! Per i cultori del rito del caffè il Mumac, ovvero il Museo della Macchina per Caffè, è una chicca da non perdere a pochi km da Milano!

Mumac: visita al Museo della Macchina per Caffè

Mumac

Bere una tazzina di caffè per noi italiani è un rito a cui difficilmente riusciamo a rinunciare. Ma pochi sanno del mondo nascosto che si cela dietro a questo semplice gesto.

Un mondo che spazia dalla coltivazione del caffè alla raccolta dei chicchi. Dai vari metodi di preparazione ed estrazione della bevanda nelle varie culture fino ad arrivare alle moderne macchine da caffè espresso.

In questo articolo vi raccontiamo della nostra visita al Mumac, il Museo della Macchina per Caffè, che racchiude pezzi unici della storia di questa invenzione e che quest’anno ha compiuto ben 10 anni.

Mumac Museo Macchina per caffè

Il museo è suddiviso in diverse sale, ciascuna delle quali ripercorre un determinato periodo storico ed espone le macchine da caffè che hanno segnato quell’epoca, dalle origini fino ai giorni nostri.

In esposizione troverete tutti i marchi che hanno contribuito agli oltre 100 anni di storia della macchine da caffè professionali, oltre ai due brand-eccellenze che curano il museo: Cimbali e Faema.

Mumac Binasco

Io, Victoria, sono particolarmente legata a questo museo, perché la mia famiglia condivide una parte di storia con uno dei brand curatori, la Cimbali. Tanti anni fa, infatti, mio nonno e mio padre hanno contribuito alla produzione di queste macchine per caffè, uno dei simboli dell’italianità nel mondo.

Non semplici strumenti di estrazione e preparazione della bevanda italiana per eccellenza, ma anche modelli di design e tecnologia all’avanguardia per l’epoca in cui vennero costruite.

Entriamo insieme nel museo e ripercorriamo la storia di queste macchine, sala per sala, epoca per epoca!

 

Mumac: le Origini della Macchina per Caffè Espresso

Iniziamo dalle basi: sapete cosa si intende per “caffè espresso” e com’è nato? Si tratta di un caffè realizzato al momento, in poco tempo, espressamente per il cliente.

caffè espresso

Il caffè espresso nasce in piena Rivoluzione Industriale, periodo in cui efficienza e velocità sono le caratteristiche principali per l’industria. Al contrario del pensiero comune, però, il caffè espresso non nasce a Napoli, ma tra Torino e Milano.

Il primo prototipo di macchina da caffè viene infatti messo a punto dal torinese Angelo Moriondo nel 1884, che inventa il metodo di estrazione del caffè espresso, cioè preparato al momento. Fino a quel momento, infatti, era stato utilizzato il metodo per infusione per la preparazione di questa bevanda.

Prototipo Moriondo

Moriondo realizzò però pochi pezzi del prototipo, esclusivamente per alcuni locali di Torino, mentre qualche anno dopo, nel 1901, il milanese Luigi Bezzera migliora l’apparecchiatura e deposita il primo brevetto.

Nasce così nel 1905 la Pavoni Ideale, la prima macchina per caffè espresso con gruppo erogatore a filtro, realizzata grazie all’imprenditore Desiderio Pavoni su brevetto del Bezzera.

Pavoni Ideale

Non si tratta solo di uno strumento di preparazione, ma anche di un elemento decorativo del bancone delle caffetterie dell’epoca. Sono infatti utilizzati smalti sul marchio dell’azienda e foglie di caffè in bronzo realizzate a mano in stile liberty.

La Pavoni Ideale era dotata di caldaia e di rubinetti di acqua calda e vapore, e fu anche il primo modello ad essere prodotto in serie.

La Pavoni Ideale

In seguito vennero realizzate altre macchine da caffè espresso a colonna, sempre più particolari nei modelli e nei materiali decorativi.

Ad esempio, la Condor, per il cui utilizzo era necessario avere un patentino, data anche la pericolosità del funzionamento della caldaia a vapore, alimentata a gas o a elettricità. Il macchinista o fuochista doveva infatti controllare minuziosamente la pressione e la temperatura della caldaia per evitare che scoppiasse.

Mumac bar stile liberty

Sui banconi dell’epoca, oltre alla macchina, erano presenti il dosatore per il caffè con tanto di lucchetto (dato che il caffè era molto costoso) e una zuccheriera.

Quest’invenzione ha subìto un boom grazie all’Esposizione Universale di Milano del 1906, dove vennero esposte per la prima volta delle macchine da caffè espresso. Una tecnologia nuova e all’avanguardia per i tempi!

 

Mumac: il Primo Dopoguerra e il Razionalismo

Il Razionalismo di questo periodo storico si riflette anche sulle macchine da caffè, che assumono linee pulite ed essenziali.

La Victoria Alata

Nel 1930 nasce la prima macchina per caffè Cimbali a Milano, sempre a sviluppo verticale e con funzionamento a vapore, ma con doppio sistema di riscaldamento gas/elettrico.

Macchina per caffè espresso verticale

Negli anni successivi nasce invece il modello che conosciamo oggi a sviluppo orizzontale, nel quale cambia anche l’alimentazione della caldaia. Vengono realizzate le prime macchine ibride con alimentazione a carbone, più facilmente reperibile.

In quest’epoca il caffè è ancora considerato una bevanda d’élite, così come le caffetterie sono frequentate solo dall’alta borghesia. Questo è il momento storico in cui nascono quindi anche i primi surrogati del caffè, bevande simili nel gusto ma molto meno costose.

 

Mumac: il Secondo Dopoguerra

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale dilaga l’entusiasmo per la vita e inizia la ripresa.

Nel 1947 la Pavoni D.P. 47, disegnata dall’architetto milanese Gio Ponti, è considerata la prima macchina per caffè di design. Viene chiamata affettuosamente “La Cornuta” per i suoi 3 corni erogatori ed è stata la primissima macchina per caffè ad essere esposta al Louvre.

Pavoni DP47 La Cornuta

Si tratta di un esemplare rarissimo: ne esistono infatti solo 2 pezzi al mondo, uno dei quali è esposto proprio al Mumac!

Non solo l’estetica, ma anche la tecnologia progredisce: nel 1948 nasce infatti la Gaggia Classica di Faema, che rivoluziona il sistema di estrazione grazie alla leva.

Gaggia Classica Faema

L’aggiunta della leva permette di lavorare a una temperatura inferiore ai 100°C e a una pressione maggiore, estraendo così il caffè con la caratteristica cremina ricca di oli essenziali. Eccolo il tipico caffè espresso all’italiana conosciuto in tutto il mondo!

Grazie alla pressione maggiore è possibile diminuire la quantità di caffè utilizzata: da questo momento in poi le caffetterie iniziano a chiamarsi semplicemente bar e il caffè diventa un bene a disposizione di tutti, senza distinzione sociale.

I bar diventano così centri di aggregazione dove ritrovarsi, anche solo per consumare una tazzina di caffè. La crema di caffè inoltre esalta l’aroma del caffè, che invece con il metodo di estrazione precedente risultava molto più amaro e bruciato.

Il macchinista diventa così il banconista/barista.

Dagli Anni’50 in poi le macchine per caffè diventano sempre più efficienti e di design. Nel 1950, con l’arrivo della Cimbali Gioiello, nasce anche il cosiddetto “cimbalino”, il modo di chiamare il caffè espresso in Italia all’interno del bar.

Macchine per caffè di design

Grazie a questo soprannome e al marketing, la Cimbali ha promosso la vendita delle proprie macchine invitando il consumatore a utilizzare questo termine “cimbalino” per chiedere il caffè al bar.

Pensate che questo modo di chiedere il caffè espresso all’italiana si diffuse così tanto anche nel mondo che ancora oggi viene usato in Portogallo, Austria e Australia.

In questa sala del museo Mumac troverete anche una bellissima riproduzione di un tipico bar Anni’50 che vi porterà indietro nel tempo!

Mumac bar anni 50

 

Mumac: Anni’60-‘70

Con il nuovo sistema idraulico e la sostituzione della leva con una pompa volumetrica, meno faticosa da utilizzare, le macchine da caffè diventano sempre più leggere, pratiche e alla portata di tutti.

La macchina fa praticamente il caffè da sola.

Faema E61

Nel 1962 la Cimbali Serie Pitagora, disegnata dai fratelli Castiglioni, compatta, con serigrafie e nuovi materiali quali l’acciaio inox e i colori, è la prima macchina al mondo a vincere il premio di design “Compasso d’Oro”.

La Pitagora Cimbali

È anche la prima macchina ad essere prodotta in serie da Cimbali, che quindi sposta la sua sede produttiva da Milano a Binasco (MI), proprio a fianco del Mumac.

Con la Cimbali M15 (1971) nasce invece la tipica “forma a C” che contraddistinguerà le macchine da caffè Cimbali negli anni seguenti.

Cimbali M15

Si ha così un maggiore spazio di manovra del barista, si passa all’elettromeccanica, ad una maggior capienza del porta tazzine e ad un design più spiccato, con colori da pop art.

 

Mumac: Anni’80-‘90

Un altro salto nell’innovazione si ha con la Faema Tronic (1983), la prima macchina a dosatura programmata, con una tastiera elettronica che permette di impostare il tempo di estrazione.

Faema Tronic

Da qui in poi, grazie alla globalizzazione, la macchina per caffè espresso diventa sempre più internazionale e simbolo del Made in Italy nel mondo. Tutti vogliono “il caffè come si fa in Italia”.

Macchina da caffè Yacht club

 

Mumac: il Nuovo Millennio

Nel nuovo millennio l’interesse per il caffè e per la qualità del prodotto cresce sempre più, tanto che nasce una vera e propria community di appassionati.

Le macchine per caffè espresso diventano automatiche e futuristiche: con la Cimbali M100 (2012), realizzata per il centenario dell’azienda, e con la fondazione del Museo della Macchina per Caffè – Mumac, si fa un ulteriore passo avanti.

Cimbali M100

Si mantiene la tipica forma a C e, nonostante ci sia un’unica caldaia, i 3 boiler della M100 permettono di programmare 3 diverse temperature e pressioni. Quindi, pur avendo la stessa miscela di caffè di partenza, si possono così estrarre 3 caffè diversi per apparenza e aromi dalla stessa macchina, nello stesso momento.

Nascono macchine sempre più personalizzabili, pulite e minimal, il barista diventa coffee specialist e torna ad avere un rapporto più stretto con il cliente, la macchina ritorna sul bancone.

M39 Dosatron

L’high tech entra a far parte del mondo delle macchine per caffè grazie a display touch integrati e alla programmazione del caffè direttamente dalle app di uno smartphone.

Quali saranno i prossimi step?

La visita al museo Mumac si chiude con un modello “esploso” di macchina da caffè, dove ogni componente è ben visibile.

Macchina per caffè espresso

 

Mumac: orari, aperture, costi e come arrivare

Il Mumac si trova in via P. Neruda 2 a Binasco (MI), a circa 20 minuti da Milano.

È facilmente raggiungibile con l’autostrada A7 Milano-Genova (uscita Binasco) e dai mezzi pubblici. Ogni mezzora circa, infatti, partono bus da Milano Famagosta e Pavia che fermano alla stazione del paese.

Noi abbiamo visitato per la prima volta il museo grazie all’apertura straordinaria in occasione delle Giornate FAI. Con un piccolo contributo ai volontari godrete di una visita guidata super interessante.

Cimbali Granluce

Solitamente il museo è aperto il Martedì e il Giovedì, 10:00-12:00h e 15:00-17:00h. Controllate il sito ufficiale per rimanere aggiornati e per prenotare la vostra visita.

L’accesso è gratuito per visite autonome con audioguida APP MUMAC, disponibile in 10 lingue. Le visite guidate per gruppi sono a pagamento e previa prenotazione.

Speriamo davvero che vi sia piaciuta questo racconto! Se non siete della zona, sul sito del Mumac potete anche fare un tour virtuale tra le sale!

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